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Dimmi almeno che.

Perché una donna ogni tanto può anche cambiare idea.

Lui la ascoltava da quasi un’ora.
Non ascoltava, però, le sue parole, che in una donna sono sempre poco importanti, ascoltava proprio lei. La guardava, la sentiva, ne percepiva i movimenti, i giochetti che faceva coi capelli, toccandosi il viso, mentre parlava di cose di nessuna rilevanza. In questo modo, sentiva quello che voleva dire veramente, di cui in effetti nelle parole, che erano solo un riempitivo, non c’era alcuna traccia.
Era il loro primo incontro, lei stava finendo di parlare di come si gestisce un lavoro come il suo, di quanto sia impegnativo, di come sia difficile attendere contemporaneamente a una famiglia e, infine, conciliare il lavoro e i figli.
Lui la lasciò terminare tranquillamente e, sebbene questo argomento non fosse stato formalmente toccato nemmeno con una parola, diede la risposta corretta, come se per un’ora si fosse parlato solo di quello e non di altro:
– «Senti… Anche a me tu piaci come donna. Mi piacerebbe, diciamo, passare del tempo con te, però sono un po’ in imbarazzo per la tua situazione. Mi riferisco ovviamente al fatto» – continuò dolcemente, sorridendo e guardandola negli occhi – «al fatto che sei sposata, hai un marito e soprattutto un figlio piccolo. In generale, penso che non ci sia niente di male se un uomo e una donna passano del tempo piacevolmente insieme, ma nel tuo caso, e ti prego di credermi che non è un giudizio, credo che forse potresti pensare più alla tua famiglia, stare con tuo marito e con tuo figlio. A parte questo, che potrebbe al limite essere anche una cosa che riguarda solo te, non mi va di mettermi in mezzo quando c’è già un rapporto in essere, peraltro con un ragazzino piccolo, non mi sembra… giusto.»
Lei era rimasta sorpresa per la puntualità di lui di intervenire e replicare su un argomento che era evidente tra loro, anche se nessuno ne aveva minimamente parlato. Aveva aperto leggermente la bocca, come se volesse dire qualcosa ma non sapesse ancora bene cosa aggiungere.
Lo lasciò finire, abbassò gli occhi leggermente. Poi venne il turno di lei di stupire lui.
Sorrise e gli disse, molto laconicamente:
«Non ti preoccupare per quello. Scopo già con un altro…»
Lui si illuminò e, subito dopo, si concesse di riderle in faccia guardandola dritto negli occhi. Anche lei sorrise partecipando della sua ilarità.
Era ormai come una partita di calcio dove non era successo niente per 85 minuti e negli ultimi 5 invece c’erano stati infiniti colpi di scena.
«E pensare che siamo stati un’ora a parlare della vita in generale» disse lui, tanto per fare una battuta.
Poi si fece riflessivo e rimase in silenzio per un po’.
Da quello stato, poco dopo, si fece trasognante e disse:
«Va bene io ci vengo con te, ma tu devi pensare a tornare con tuo marito.»
– «Scusa, ma a te cosa interessa? Soprattutto non sai niente di quello che c’è o non c’è tra noi, di come mi ha fatto sentire e dei miei sentimenti per lui e soprattutto per l’altro.»
Lui la guardò a lungo senza dire niente, con dolcezza. Poi disse:
– «Ti stupiresti di quante cose so a riguardo. Non conosco te, ma conosco un po’ le donne, so come vanno generalmente queste cose, al netto delle particolarità che ci sono in ognuna.»
Poi continuò: «Il fatto è che se entriamo in intimità, se mi stai simpatica, come in effetti mi stai, non mi va di raccontarti delle frottole, di non essere autentico con te. Io penso davvero che potresti essere molto più felice con tuo marito che con un altro. Anche se pensi di non amare più tuo marito e di amare un altro. Quindi non mi va di dirti che fai bene a separarti, di incoraggiarti, di darti delle ragioni che non hai. Non hai alcuna colpa ai miei occhi, ma questo non significa che tu stia facendo qualcosa che sia buono per la tua felicità.»
Lei sorrise e proruppe dicendo «Sì ma davvero che cosa puoi saperne tu di mio marito, di quello che mi ha fatto, dei motivi per cui adesso il mi cuore prova quello che prova?»
«Tuo marito» replicò lui con calma «ha probabilmente una sola colpa: quella di essere un marito. Per tutto il resto sarà un uomo come tanti, con alcune cose a posto e altre meno a posto, che a volte è in grado di fare cose belle e altre volte diventa egoista, narcisista, stupido, infantile… Esattamente come tutti».
Lei lo ascoltava. Si era fatta trasognante, come se lui le avesse fatto intravedere un angolo visuale con cui guardare alla sua vita al quale non aveva mai pensato prima d’ora.
«Sei diverso…» gli disse. Era un po’ a disagio, ma era contenta di avere trovato una persona che le diceva cose differenti da quelle che le venivano dette da tutte le altre con cui parlava.
«Non credo che tu possa mai cambiare idea» precisò lui «È molto difficile che una donna possa cambiare opinione e, quando ha deciso di commettere un errore, allora è impossibile».
A quel punto, l’ilarità era scesa su di loro.
Lui la guardò trattenendo una risata, lei scoppiò a ridere e lo abbracciò. Aveva trovato un amico ma soprattutto un punto di vista. E per qualche momento fu dimentica di tutti i suoi problemi.

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